martedì 9 marzo 2010


CAPITOLO II
Non Può Essere Lui

Quando, un ora più tardi, Ellie aprì finalmente gli occhi, si ritrovò distesa su di raffinato divano cremisi. Era uno scamosciato di fattura costosa, molto morbido e piacevole al tatto. Cuscini di raso le erano stati sistemati sotto la testa e un piumino multicolore le era stato rimboccato fin sotto il naso. Nel camino scoppiettava allegro un fuocherello mentre, da un bruciatore in porcellana, un essenza orientale si diffondeva languida nell'ambiente. Una luce soffusa abbracciava l'intero salottino e rendeva ancor più accogliente e calda la stanza.

- Come stai? - chiese, improvvisamente, una voce maschile, roca e profonda non molto distante da lei. 
La ragazza trasalì ed emise in risposta un singolo gemito strozzato.

- Bhè? Ti ho spaventato? Figurati come mi sono sentito io quando mi sei piombata in casa e mi sei svenuta sull'ingresso! - disse scherzando la voce dal forte accento straniero - Vorrai fare un bagno immagino... - continuò poi in tono più serio.

Ellie si sollevò con le braccia, era intenzionata a rispondere al suo misterioso interlocutore che no, non voleva arrecargli alcun disturbo, ma quando si voltò, l'uomo che le aveva parlato era sparito. Così, sospirando, si mise a sedere e nell'attendere il ritorno del suo sconosciuto salvatore prese a contemplare l'arredamento intorno a se. Si stava guardando attorno, incuriosita e perplessa dal fasto e dall'eleganza di ciò che la circondava, quando una foto, posta su di un tavolino poco lontano, attirò la sua attenzione... un ragazzo dallo sguardo dolce e sognante ammiccava accattivante mentre due cani, un Golden Retriver e un Rotwallier stavano accucciati accanto a lui... socchiuse gli occhi... doveva aveva già visto quel volto? E i cani? Avevano un aria così tremendamente familiare... dove li aveva già visti quei due cani... li osservò con attenzione e improvvisamente le sovvenne uno scampolo di ricordo... un Golden Retriver e un Rotwaller... si batté una mano sulla fronte per lo stupore... ma certamente.. ecco dove gli aveva visti! Ci rifletté su un secondo, poi ricacciò immediatamente la sciocca idea nei meandri della sua mente. Era inverosimile, stentava a crederci tanto era assurdo... eppure quel Golden Retriver e quel Rotwaller erano gli stessi... ma ciò andava a presupporre che quella casa fosse... e che quella voce, che si era rivolta a lei con tanta affabilità, appartenesse a...

- No!- mormorò tra se -E' impossibile! Non può essere! No, non può essere assolutamente... tutta quella pioggia deve averti senz'altro annacquato il cervello Ellie!- disse tra se e se.



Afferrò quindi la cornicetta in argento con entrambe le mani per guardarla più da vicino..

Non è lui... non può essere lui... 
Si ripeté più volte queste parole con l'unico scopo di convincere se stessa della follia che presupponeva il solo ipotizzare una cosa del genere, quando, la voce gentile, che Ellie aveva udito poco prima, esclamò inaspettatamente - Asciugamani puliti! -

La reazione della ragazza fu alquanto bizzarra. Era talmente immersa nei suoi pensieri e concentrata a studiare i lineamenti del bell'uomo che le sorrideva a pochi centimetri dal suo naso, che non aveva sentito i passi appena dietro le sue spalle e trasalì quando venne richiamata la sua attenzione. Spaventata per essere stata colta in flagrante a ficcanasare, balzò in piedi come una molla, lasciò cadere per terra la fotografia, o, per meglio dire, la gettò come se fosse divenuta improvvisamente incandescente, e si girò annaspando verso la voce. Nel vedere poi a chi essa effettivamente appartenesse, sgranò, quasi senza rendersene conto, gli occhi sbalordita. Il ragazzo, invece, tutt'altro che divertito dall'espressione piuttosto buffa che Ellie aveva assunto e dalla tinta vermiglia che aveva colorato le sue gote, inarcò un sopracciglio e senza badare allo sguardo incredulo di lei, le si avvicinò.

- Entusiasmante... devo avere un aspetto veramente orribile! - disse risentito mentre le porgeva gli asciugamani.

La ragazza, interdetta, mosse più volte le labbra per rispondere ma non profferì parola se non qualche vago suono indistinto.

- Bhè? Che c'è che non va? Ogni volta che mi rivolgo a te trasecoli... ora mi fissi come se avessi visto il mostro di Lochness! - brontolò il ragazzo assumendo un aria indispettita.

- Si... cioè no... ecco... - biascicò Ellie, che, senza riuscire a distogliere gli occhi verdi da quelli nocciola di lui, continuava a guardarlo con aria sbigottita mentre questi, intuendo la motivazione della meraviglia che aveva suscitato in lei, si addolcì un poco.

- Allora? Durerà ancora per molto questo stato catatonico in cui sei sprofondata vedendomi? - domandò ancora ma questa volta il tono era scherzoso e un breve sorriso percorse le sue labbra arricciandole in una sorta di smorfia. Ellie, tornando bruscamente in se e rendendosi conto della gaffe che stava commettendo cercò di correggersi immediatamente - No... volevo dire no... assolutamente no... oh accidenti, mi perdoni, non so nemmeno io che cavolo sto dicendo... il fatto è che non mi sarei immaginata di... cioè io... io...- si giustificò infine balbettando, arrossendo e distogliendo lo sguardo, ma, il ragazzo, notando lo smarrimento di lei, la interruppe e la rassicurò poggiandole una mano sulla spalla.

Ehi... - sussurrò dolcemente - Non hai nulla di cui scusarti. - 

Ellie, tornò con lo sguardo al viso di lui, sorrise timidamente e arrossì ancora. Stentava a crederci nonostante la palese evidenza. Lui... lo aveva sognato per tutta una vita, ed ora era lì di fronte a lei e stava carezzandole il braccio... il contatto stava facendole mancare il respiro, il cuore le batteva all'impazzata e le gambe le tremavano convulsivamente. Immaginò di apparire estremamente ridicola e pregò perché lui non si accorgesse di quanto era emozionata... poi... starnutì rompendo l'incanto e si sentì ancora più goffa di quanto già non fosse. Il ragazzo ritirò la mano istintivamente e abbozzò un mezzo sorriso guardando quello scricciolo tremante. Lei invece si vergognò profondamente per aver suscitato in lui ilarità. Si strinse nelle spalle e abbassò mestamente il capo.
- Sembra che tu stia bene, però credo sia necessario liberarti al più presto di questi abiti bagnati o rischi di ammalarti seriamente. - replicò soppesandola preoccupato. - Vieni. Ti ho fatto preparare un bagno caldo. - soggiunse sospingendola verso l'enorme scalinata che conduceva al piano superiore.
- Oh no... non deve darsi tanta pena per me. Non voglio arrecarle nessun disturbo... io... se mi permette di usare il telefono... - rispose prontamente Ellie che non s'aspettava certo tanta accoglienza da un uomo altolocato e famoso come quello. Ma non terminò la frase perchè egli la interuppe quasi subito con un gesto risoluto.

- Non mi dai alcun disturbo. Inoltre, non posso certo lasciarti andar via in questo stato. E dammi del tu, per cortesia. Chiamami semplicemente Christian, detesto i formalismi!” puntualizzò infine, mentre la invitava a seguirlo. 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

mi sta intrippando questo racconto *_*

Morgan ha detto...

Moooolto bene! Non immagini quanto mi faccia piacere sentirtelo dire. Di questo racconto ho pronti svariati capitoli e dato che ti "intrippa" li posterò con regolarità :)

Anonimo ha detto...

e fai bene!!